giovedì 25 luglio 2013

COMUNICATO STAMPA, 25 luglio 2013


Il primo cittadino del Municipio X, Andrea Tassone, 
è peggio di Giano bifronte. 
Da un lato guerra, dall'altra pace. 
Da un lato dichiara che in caso di azioni di demolizione 
si incatenerà sui nostri tetti, 
dall'altro permette in questi giorni, senza colpo ferire,
 l'ennesimo censimento all'Idroscalo di Ostia, con le 
medesime modalità con cui si è proceduto poi, 
il 23 febbraio 2010, a sgomberare e demolire 35 case e 
deportare le famiglie nei residence, che da oltre 3 anni 
attendono di conoscere la loro sorte. 
Tassone, invece di chiedere trasparenza dentro le nostre case, 
dovrebbe cercarla in quegli uffici comunali/municipali che il 23 febbraio 2010 
hanno consentito una illegittima azione di Protezione Civile da parte dell'ex-Sindaco 
Alemanno e avvallata dall' Ing. Aldo Papalini, sotto inchiesta giudiziaria in questi giorni. 
Sono mesi che invochiamo a mezzo stampa NOI il controllo degli insediamenti abusivi Rom 
e dei furbetti che hanno impunemente continuato a costruire in totale assenza di controllo 
e con la complicità del silenzio-assenso della politica tutta. 
Nell'ultimo incontro Andrea Tassone da una parte ci ha invitato a ricorrere nuovamente a 
"denunciare i furbetti in Via dei Fabbri Navali", dall'altra ci garantiva che il censimento
non ci sarebbe stato senza un preavviso e la collaborazione attiva della Comunità. 
Invece, ci troviamo che i furbetti continuano a fare quello che vogliono nella totale impunità, 
mentre il censimento viene fatto alle persone per bene che hanno sempre collaborato con le istituzioni. 
Gli insediamenti abusivi e le costruzioni di nuove case o il loro ampliamento lo vediamo solo noi 
o anche Tassone e le forze dell'ordine? 
Non capiamo come sia possibile che dal 23 Febbraio 2010 il Municipio non rilasci alcuna 
residenza all'Idroscalo di Ostia, ma qualcuno, grazie all'appoggio di neo consiglieri eletti, 
sia riuscito ad ottenerla senza problemi. 

mercoledì 24 luglio 2013

BASTA CON I CENSIMENTI


BASTA CON I CENSIMENTI
Questa mattina, dopo essere stati avvisati che è in corso l'ennesimo censimento all'Idroscalo di Ostia, abbiamo telefonato al Presidente del Municipio X. Andrea Tassone ha dichiarato di esserne all'oscuro e che si sarebbe informato. Non abbiamo ricevuto ancora una risposta.
La polizia municipale però sta suonando nelle case chiedendo informazioni inerenti al numero di persone presenti, da quanto tempo e se possiedono animali. 
Il fatto che il Presidente del Municipio X sia all'oscuro dell'ennesimo "censimento" è cosa molto grave. Chiediamo immediatamente di conoscere le ragioni per cui si sta procedendo di casa in casa a raccogliere queste informazioni che riecheggiano le modalità che hanno preceduto lo sgombero e demolizione di 35 case all'Idroscalo di Ostia il 23 febbraio 2010.
Siamo stanchi di essere trattati in questo modo. 
Avevamo già chiesto nell'ultimo incontro al Presidente Tassone di recuperare le informazioni dell'ultimo censimento operato dall'ex-presidente Giacomo Vizzani, ma soprattutto vogliamo conoscere le ragioni per cui siamo sottoposti continuamente a questa procedura che è lesiva di diritti fondamentali se non viene giustificata e che non avviene in nessun'altra parte del Comune di Roma.

giovedì 11 luglio 2013

IDROSCALO DI OSTIA: NEI RESIDENCE COME AGLI ARRESTI DOMICILIARI

IDROSCALO DI OSTIA: NEI RESIDENCE COME AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Ghetti per i Rom, residence-prigioni per gli Italiani. 
Queste le scelte fatte dalle nuove giunte comunali e municipali per risolvere il problema dell'emergenza abitativa? 
Gli incendi nelle pinete del litorale romano portano alla ribalta il problema dei senza fissa dimora, mentre cala il silenzio sulle famiglie accolte nei residence strapagati dal Comune di Roma ai soliti affaristi dell'emergenza. 
E' di questi giorni, a firma del direttore Bianchini, una circolare esposta in tutti i residence di Roma in cui testualmente risulta scritto: "Tutti gli allontanamenti dalle strutture superiori a 3 giorni necessitano l'autorizzazione del Dipartimento Politiche Abitative. 
Si invita pertanto a presentare in anticipo regolare richiesta allo scrivente Dipartimento, indicando il periodo di assenza. 
Tale istanza verrà valutata e, a secondo del caso, autorizzata o rigettata". 
Un modo elegante per ricordare come il Comune di Roma 'ospita' chi è in uno stato di difficoltà economico-sociale. 
Le famiglie dell'Idroscalo di Ostia, dal 23 febbraio 2010 rinchiuse nei residence, dopo aver subito l'illegittimo abbattimento delle loro case, vivono dimenticate, fuori addirittura dalle liste di assegnazione delle case popolari. Quale futuro? Vedersi spegnere i condizionatori d'estate? Doversi accollare le spese ordinarie di manutenzione (comprese le lampadine)? Vivere in case 'assegnate' in regime di arresti domiciliari? Per i residence su Roma, il Comune paga 33 milioni di euro l'anno e per ogni famiglia oltre 2 mila euro al mese. 
Solo per le 35 famiglie dell'Idroscalo sono stati spesi quasi 3 milioni di euro: a quest'ora avremmo avuto il nostro borghetto sulla nostra terra. 
Invece leggiamo di nuovi ghetti per i Rom ('villaggi temporanei') pensati dall'Assessore alle Politiche Sociali dell'attuale X Municipio, Emanuela Droghei, e di affidare le poche risorse economiche del Comune per costruire alberghi. 
Invece degli alloggi per i turisti vogliamo le nostre case, vogliamo un borghetto all'Idroscalo, vogliamo uscire dall'emergenza abitativa in cui ci costringono per favorire i costruttori.